lunedì 15 gennaio 2018

5 buoni motivi per evitare un editore a pagamento

Avete finalmente terminato il vostro manoscritto. Ci avete messo settimane, mesi, anni, lustri. Alla mamma è piaciuto, alla fidanzata o al fidanzato pure e anche il cane ha guaito tutto felice. Ora però viene il bello: trasformare il vostro manoscritto in un libro, perché è questo che i vostri amici e parenti attendono con ansia. Come i matrimoni, le cresime e le prime comunioni.
Ok, da dove iniziamo? Da un editore naturalmente. Ma ci sono editori che pubblicano esordienti? Sì ci sono, ma dovrete avere pazienza e soprattutto fare un po’ di attenzione. A cosa? Più che a cosa, a chi: agli editori a pagamento, a quelli che vi chiederanno un contributo economico o l’acquisto di un tot numero di copie o il pagamento di servizi accessori (come ad esempio l’editing) prima della pubblicazione. Perché dovete evitare un editore a pagamento? Be’ eccovi 5 buone ragioni.






1) Costa e tanto. Questo può sembrare un problema relativo perché non tutti gli editori a pagamento (EAP) chiedono lo stesso. C’è infatti quello che ha come obiettivo pagarsi il mutuo della casa a Cortina (una rata a manoscritto e con una buona saga si può anche pensare di estinguerlo) e quello che semplicemente non vuole assumersi il rischio di impresa e prova a scaricare, magari solo in parte, questo rischio su di voi. Sappiate comunque che se questa cosa vi sembra normale, cioè non ci trovate niente di strano nel fatto di pagare per il vostro lavoro, io vi assumo. Voglio dire, se mi pagate e vi pagate anche i contributi io la ditta la apro (una a caso) e vi assumo tutti quanti, promesso.

2) Pubblicherà qualsiasi cosa gli proponiate e senza neanche leggerla. Perché leggere costa fatica e tempo e lui di tempo da perdere non ne ha. Del resto se state pensando di pagare per farvi pubblicare anche voi andate di fretta, no? Se vi sembra una buona cosa il fatto che comunque vi pubblichi be’, non è così. Perché? Per varie ragioni che sono spiegate nei tre punti successivi.

3) Vi terrà legati a lui con un contratto da cui non vi libererete facilmente per i prossimi 5 o 10 anni. Quindi, magari tra 3 anni, quando sarete questa volta convinti di avere scritto il romanzo della vostra vita (e non quella sciocchezza buttata giù in gioventù) dovrete rivolgervi a chi? A lui e solo a lui, se non volete pagare penali (che c’è da mettere a posto il tetto della famosa casa di Cortina). Ci sono autori che sono stati rovinati da questi contratti, economicamente e artisticamente.

4) Pubblicare con un editore a pagamento vi squalifica nell’ambiente. Non sarete considerati dagli altri scrittori (che va be’, gente snob e invidiosa) ma soprattutto da critici, riviste, festival, librai e altri editori (e l’ambiente è piccolo, molto piccolo).

5) Non promuoverà il vostro libro per le seguenti ragioni a) i soldi li ha già fatti con voi, perché dovrebbe? b) non ha fondi di magazzino di cui sbarazzarsi perché stamperà giusto le copie che vi comprerete. E se mai avesse dei fondi, tranquilli che vi chiamerà per proporvi di rilevarli “a un buon prezzo” perché se no il vostro capolavoro va al macero c) è il primo a vergognarsi di quello che pubblica. E su quest’ultimo punto non mi sento di dargli torto.