giovedì 28 giugno 2018

Piccolo glossario dell'editoria

Scrittore. Colui che gli altri considerano tale anche se non hanno mai letto un suo libro (o forse proprio per quello).

Scrittore famoso. Colui che viene invitato in televisione e intervistato da gente che non ha mai letto un suo libro ma che almeno si è fatta preparare due appunti dalla redazione con grande dispendio di post-it.

Aspirante scrittore. Colui che non si decide a scrivere perché ha già capito, nel profondo, che è una fregatura. Questo non gli vieta comunque di frequentare l’ambiente e convincersi sempre di più che è meglio continuare ad aspirare che mettersi a scrivere.

Scrittore esordiente. Colui che al dodicesimo libro arriva finalmente a pubblicare per un grosso editore che gli rifà una verginità.

Scrittore emergente. Scrittore che non emergerà mai. 

Ghost writer.  Scrittore che ha un alibi per non emergere.

Poeta. Uno che non ha capito che navigatore o santo era meglio. O comunque più facile o con più sbocchi professionali.

Editore non a pagamento. Editore.

Editore a pagamento. Uno che fa l’editore con il culo i soldi degli altri (di solito dello scrittore o di un suo congiunto).

Piccolo editore. Scrittore che non trovando un editore disposto a pubblicarlo ha deciso di aprire una casa editrice.

Scrittore autoprodotto (self). Come sopra, ma si è risparmiato nell’ordine 1) di aprire partiva IVA 2) di mantenere il commercialista 3) di sobbarcarsi la lettura di manoscritti altrui.

Grande editore. Chi può permettersi di pubblicare libri di ogni genere o di nessun genere, di scrittori famosi o di perfetti sconosciuti. Tanto i soldi li fa grazie al gioco dei resi, con i libroidi e con geniali invenzioni come i flipbook.

Medio editore. Piccolo editore che si dà un tono pubblicando autori americani che scrivono sotto l’effetto di oppiacei o metilendiossimetanfetamine o qualsiasi altra cosa che passi per cerebrale e assolutamente non di genere.

Distributore.  Vi posso direttamente fare nome e cognome che faccio prima.

Editor. Colui che ha come compito distruggere l’autostima dello scrittore. È un lavoro duro ma qualcuno lo deve fare. E c’è chi lo fa con gusto.

Correttore di bozze. Colui che vede il refuso al primo colpo, dopo che lo scrittore ha riletto quella parte 100 volte. Facile, eh, notare la pagliuzza nell’occhio del fratello.

Agente letterario.  Colui che fa un lavoro che ormai da anni gli editori, specie quelli grossi, non hanno più tempo/voglia di fare: rispondere, anche per dire solo di no, agli scrittori.

Ufficio stampa. Colui che cerca di far uscire sui giornali, che nessuno più legge, interviste e recensioni di libri che nessuno leggerà. Tranne lo scrittore.

Blogger. Colui che prova a leggere a scrocco in cambio di recensioni sgrammaticate e con costruzioni sintattiche innovative. 

Book Influencer.  Avete davvero comprato un libro solo perché una tizia ve lo ha mostrato tra una tazzina di tè e una tappezzeria floerale?

Critico letterario.  Scrittore che scrive su un giornale di scrittori amici che scrivono libri. Comunque meno letto del blogger e meno influente dell’influencer.

Libreria indipendente. Attività paracommerciale gestita da un folle che non ha capito in che paese vive. In un’altra vita aprirà una macelleria in un quartiere di vegani.

Libreria di catena. Cartoleria in cui è concesso ai dipendenti di erigere la classifica dei loro libri preferiti. Purché pubblicati da grossi editori, meglio se dello stesso gruppo editoriale a cui appartiene la libreria.

Lettore. Esemplare umano a rischio estinzione o trasformazione in scrittore, libraio, blogger, editor …

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